Aniversario de la muerte de don Giussani y del reconocimiento pontificio de la Fraternidad

24/02/2015 | 21:00 | Italia / Italy | Torino / Turin
Santuario della Consolata

Mons. Cesare Nosiglia - Arcivescovo di Torino

Il 24 febbraio 2015, alle ore 21, nel Santuario della Consolata di Torino, un migliaio di persone ha partecipato alla celebrazione della Santa Messa per il decimo anniversario della morte di don Luigi Giussani e per il XXXIII anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione.
La celebrazione è stata presieduta da Sua Eccellenza Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino.
All’inizio della celebrazione eucaristica Sua Eccellenza ha rivolto un significativo saluto iniziale: “Siamo riuniti qui, in questo santuario ai piedi della Consolata patrona della Diocesi, per ricordare “il don Gius” come lo chiamavano i suoi giovani. È importante questo ricordo annuale che facciamo per mantenere vivo dentro il nostro cuore, la nostra mente e anche il nostro impegno, l’insegnamento e la testimonianza che ci ha dato don Giussani. E vogliamo chiedere al Signore che il cammino che lui ha indicato a tutta la Chiesa, e alla Chiesa in Italia in modo particolare, possa essere costantemente conosciuto, valorizzato e sostenuto dall’impegno, non solo della Fraternità e degli amici di Comunione e Liberazione, ma di tutta la comunità ecclesiale. Il Signore ci ha dato questo testimone, che ci auguriamo possa essere presto riconosciuto anche dalla Chiesa mediante il processo di canonizzazione in corso. Abbiamo bisogno oggi in modo particolare di accogliere e seguire il suo esempio di coraggio nella professione, anche pubblica, della nostra fede e di un amore intenso e carico di verità per i giovani di cui è stato Maestro e Amico”.
Al termine dell’omelia l’Arcivescovo ha inoltre ricordato che don Giussani: “è stato uomo di speranza, dunque, perché, malgrado tanti segnali contrari, che anche oggi sembrano accentuare nei credenti uno scoraggiamento sempre più marcato dalla crisi etica e religiosa che percorre le nostre comunità, il suo insegnamento e il suo esempio per tutti restano punti di orientamento sicuri per ridare slancio creativo e dinamicità a una pastorale lenta ed arruffata, che tende a coprire con il fare l’annebbiamento della fede in Cristo, il crescente relativismo morale, religioso e culturale, il vuoto di Dio nella vita concreta dell’uomo e l’abbandono della ricerca appassionata e severa della verità. Sacerdote di intensa spiritualità interiore e per questo maestro dello spirito, don Giussani continua a guidare, mediante la sua testimonianza e i suoi scritti, i cammini cristiani di tante persone, che trovano in essi la fonte fresca e limpida del suo insegnamento di vita, di moderno padre della Chiesa, di sapiente secondo la sapienza non della carne, ma dello Spirito”.